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Elena Chianucci

Come ti eri immaginata il tuo allattamento? Un viaggio tra desideri e realtà.

Durante le consulenze allattamento viene fuori spesso l’argomento della frustrazione e della delusione nel vivere il proprio allattamento, l’allattamento immaginato, l’allattamento desiderato e poi il mondo che ti crolla addosso quando tutto quello che avevi immaginato non va come previsto.


Ciao mi chiamo Elena, sono una mamma di due ragazzi, educatrice prenatale e neonatale, mi occupo del sostegno di famiglie e bambini dal 2014, sono insegnante di massaggio infantile, consulente di babywearing e consulente professionale per l’allattamento (IBCLC). Sono inoltre istruttrice di primo soccorso pediatrico con Camillo.Online.


Durante la gravidanza tutti ti parlano dei benefici dell’allattamento, di come farà bene al tuo bambino, di come allattare al seno e stare in contatto con il tuo bambino nutrirà la vostra relazione.


Spesso mi capita di accompagnare i genitori nei corsi di allattamento, già in gravidanza, e chiedo sempre come immaginano e cosa si aspettano dal proprio allattamento. Molti genitori mi dicono “sa che non ci avevo mai pensato?!”.


E sapete quali sono le risposte più gettonate?

“vorrei vivere l’allattamento per creare un legame, una relazione con il mio bambino”

“vorrei allattare il mio bambino per garantirgli il meglio”


Sfatiamo questi miti: la relazione con il tuo bambino o la tua bambina puoi crearla a prescindere dall’allattamento, ogni genitore vuole offrire il meglio al suo bambino, ovviamente, ma non sempre il meglio è allattare a tutti i costi, senza nessun tipo di sostegno, pressata dalle opinioni e dai giudizi delle persone esterne.


I media e la società spesso calcano la mano sui benefici dell’allattamento (ormai riconosciuti e inequivocabili), come se l’allattamento fosse costellato solo di arcobaleni e unicorni.


Ma ahimè si parla ancora molto poco di difficoltà dell’allattamento e soprattutto di come poterle superare e come poter sostenere quella mamma e quella famiglia.


Durante i corsi di preparto dovremo parlare della difficoltà, dell’importanza di chiedere aiuto, e soprattutto, per quanto riguarda l’allattamento, di rivolgersi a professionisti adeguatamente preparati. Purtroppo di figure professionali che si improvvisano sull’allattamento ce ne sono troppe, e per i genitori è veramente difficile districarsi in questa giungla.

Se non conosci la figura professionale della consulente allattamento IBCLC ti lascio qui l’articolo per scoprirlo.


La scorsa settimana durante una consulenza ad una famiglia con un piccoletto di 10gg, la mamma mi ha detto:


“non pensavo fosse così difficile, sono molto triste e delusa. Ho già consultato alcune figure professionali, ma non ho avuto indicazioni concrete. Mi hanno detto semplicemente di offrire il seno, di ascoltare le richieste del mio bambino (come se già non lo facesse!!), e di farlo stare al seno più tempo possibile, l’attacco dicono che è perfetto, ma secondo me qualcosa non va, non cresce e piange spesso”


Bambino che alla nascita si attacca provocando dolore ed escoriazioni, tornata a casa la mamma inizia ad utilizzare i paracapezzoli (troppo grandi per il suo bambino), il bambino che fatica tanto a succhiare con il paracapezzolo e infatti si addormenta quasi subito.

La poppata non è efficace, il peso del bambino in calo, la cacca diminuisce, la produzione del latte materno che non viene stimolata, il bambino che rifiuta di attaccarsi senza paracapezzolo.


Cosa abbiamo fatto?

Innanzi tutto ho riconosciuto la sensazione della mamma:

“secondo me qualcosa non va” (in effetti qualcosa non andava!)


Poi ho accolto le sue emozioni:

“Mi sento delusa e triste”


Abbiamo studiato insieme l’anatomia del suo corpo e del suo seno per trovare la posizione più comoda e migliorare l’attacco, abbiamo anche osservato i movimenti e le preferenze del bimbo.

Dopo alcuni tentativi, e prove è accaduto… il bambino si è attaccato senza paracapezzolo!

L’espressione della mamma non riesco a descriverla a parole, ma ve la lascio immaginare (un misto tra stupore, gioia e paura che si stacchi).

Poi abbiamo lavorato anche sul mantenimento della produzione, sulle strategie per mantenere la poppata attiva, su come togliere in modo graduale il paracapezzolo se il bimbo incontrasse difficoltà.


A fine della consulenza chiedo sempre come si sente la mamma rispetto alle cose che ci siamo dette, e mi ha detto “mi hai ridato un briciolo di speranza, ero convinta di non essere capace!!”


Come andrà il loro allattamento?! Non lo so!!

Io in punta di piedi intanto osservo il percorso.


E tu, come ti eri immaginata l’allattamento? Hai trovato il sostegno e le informazioni di cui avevi bisogno?


Scrivimelo ti leggo con piacere

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